Risolvere il problema dell'ADHD
Il Disturbo da Deficit di attenzione ed iperattività (ADHD) è un disturbo evolutivo dell'autocontrollo che include difficoltà di attenzione e concentrazione, controllo degli impulsi e del livello di attività.
La Society for Developmental and Behavioral Pediatrics (SDBP) ha recentemente realizzato delle linee guida basate su dati sperimentali per aiutare i medici a diagnosticare e trattare i bambini e gli adolescenti con l'ADHD.
Ci sono da considerare nello specifico condizioni che co-esistono col disturbo ADHD come l'ansietà, la depressione, disabilità d'apprendimento, rabbia, disturbi del sonno, disfunzioni esecutive, esperienze negative infantili e disturbo dello specchio autistico (ASD) che complicano non poco la situazione. La linea guida inizia con la presentazione di una review sulla letteratura sull'argomento.
Molte ricerche implicano l'uso di determinati medicinali nel trattamento dei sintomi dell'ADHD nei bambini diagnosticati con Disturbi Pervasivi dello Sviluppo, una condizione che ora include anche l'ASD. Sfortunatamente ci sono dei limiti di questa linea guida per cui delle ulteriori implementazioni sono necessarie:
- L' American Academy of Pediatrics ha già scritto e rivisitato una guida simile per i medici che vengono a contatto con l'ADHD, ma che è sottoutilizzata. L'ADHD è un disturbo complesso che richiede una spesa in termine di tempo e sforzo che non è sempre accessibile in un reparto primario di cura medica;
- Non ci sono standard accurati nella diagnosi e nelle misurazioni delle risposte al trattamento per l'ADHD. Diversamente da malattie come l'anemia o l'ipertensione in cui le letture dei valori di pressione sanguigna o di livelli di emoglobina possono essere confrontati con un range di valori accettabili riferite a diversi livelli di età e genere, i disturbi di salute mentale possono essere solo definiti dalla presenza di comportamenti specifici che caratterizzano le condizioni. L'ADHD, per esempio, ha 18 sintomi diversi, divisi in 3 categorie che devono essere sempre presenti: iperattività, disattenzione ed impulsività. La diagnosi richiede inoltre che questi comportamenti occorrano in un periodo vasto di tempo e in più di un ambiente (famiglia, scuola, ecc) e che devono essere più persistenti e forti rispetto ad altri pari ed infine che causino una disabilità. Le risposte al trattamento vengono misurate attraverso la riduzione dei sintomi della lista.
L'assenza di evidenze oggettive in questo disturbo come anormalità nelle scansioni cerebrali, marker genetici o livelli dei neurotrasmettitori lascia una porta aperta all'interrogarsi sull'effettiva esistenza dell'ADHD e sulle condizioni co-esistenti. L'approccio scientifico della SDBP è di trovare ed applicare le migliori e più recenti ricerche sull'ADHD. Sebbene questo approccio sia adatto ad una prospettiva medica, non è utile dal punto di vista familiare, emotivo ed educazionale.
Il team multidisciplinare funzionerebbe meglio solo con la presenza di un leader che dia priorità alla diagnosi ed al trattamento. Nell'Unità di Cura Intensiva, i medici consultano molti specialisti, ma ultimamente hanno la responsabilità di integrare le opinioni in un piano di azione. Il problema fondamentale è che la leadership del team multidisciplinare dovrebbe essere affidata ai genitori, questo perchè loro conoscono meglio i loro figli rispetto a chiunque altro.
Attraverso le loro esperienze lunghe e spesso dolorose di interazione con i loro figli, loro hanno imparate lezioni importanti su quali siano le strategie efficaci e quali no. La valutazione dell'effettivo potenziale del bambino sarà sempre più veritiera rispetto a quella di un esperto. A dispetto dei loro stessi dubbi, i genitori sono nella posizione perfetta per trovare e risolvere tutti i problemi presentati dai loro figli con ADHD.
Ma per riuscire a fare ciò, i genitori hanno bisogno di imparare molto sugli aspetti medici, educativi, comportamentali e psicologici per migliorare le abilità comunicative con i loro figli. L'ADHD è sempre complesso. Un approccio in cui il team multidisciplinare per la diagnosi e trattamento, che incorpori medici, educatori e psicologi sia guidato dai genitori, è la migliore possibilità per il successo terapeutico.
Una ricerca recente di Susan dosReis e colleghi ha ottenuti risultati considerevoli tramite questo approccio in cui una pratica comportamentale di interazione faccia a faccia col figlio, uso di medicinali sette giorni a settimana ed un programma educativo e clinico individuale siano le strategie migliori per un trattamento efficace e che prevedano anche costi inferiori. C'è quindi bisogno di una guida migliore in cui i genitori abbiano il supporto e l'opportunità di partecipare al processo terapeutico.
Riferimenti Bibliografici :
- Ferenandez-Jaen A et al (2011): "Efficacy of atomoxetine for the treatment of ADHD symptoms in patients with pervasive developmental disorders: a prospective, open-label study" in Journal of Attention Disorders;
- dosReis S et al (2017): "Caregiver treatment preferences for children with a new versus existing ADHD diagnosis" in Journal of Child and Adolescent Psychopharmacology.
A cura del Dottor Claudio Manna
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Tags: ADHD genitori iperattività attenzione guida Infanzia e adolescenza