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Il Narcisismo: male individuale e/o sociale

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Il Narcisismo male individuale socialeIntroduzione: il mito di Narciso

Narciso era un bel giovane di Tespi, di cui si innamorò la ninfa Eco. Per una maledizione, Eco era stata privata della parola dalla dea Era, e poteva soltanto ripetere le parole degli altri. Eco era quindi incapace di esprimere il proprio amore a Narciso, il quale la respinse. La ninfa morì di crepacuore.

L'indovino Tiresia, alla nascita di Narciso aveva vaticinato che il ragazzo avrebbe vissuto a lungo solo a patto che non conoscesse mai sé stesso.

L'oscura profezia dell'indovino fu chiara solo il giorno in cui Narciso vide la propria immagine riflessa nelle acque di una fonte, e se ne innamorò perdutamente.

Non si allontanò mai più da questa fonte, e vi morì di languore. Il narciso, fiore che cresce ai bordi dei corsi d'acqua, prende il nome da lui.

La narrazione del mito di narciso serve ad illustrare quale sia la considerazione comune nei confronti del narcisismo. In genere vengono definite narcisiste persone che appaiono molto prese da sé stesse, in un certo senso innamorate di sé, e poco attente agli altri. È vero che i narcisisti sembrano avere una scarsa considerazione nei confronti di altre persone, ma è anche vero che, contrariamente a quanto si crede, queste persone sono completamente incapaci di provare amore per sé e, di conseguenza, per chiunque altro.

Da un punto di vista clinico, il narcisismo è stato relegato per molto tempo nell'ambito dei disturbi psichiatrici, quindi incurabili. Ma vari studi che sono stati fatti su persone affette da questo disturbo, lo hanno posto nel quadro dei disturbi di personalità. Nella quarta edizione del DSM (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali), il narcisismo è collocato tra i disturbi di personalità del gruppo B, e può avere livelli di gravità diversi.

Inquadramento clinico

Criteri diagnostici del DSM IV:

Un quadro pervasivo di grandiosità (nella fantasia o nel comportamento), necessità di ammirazione e mancanza di empatia, che compare entro la prima età adulta ed è presente in una varietà di contesti, come indicato da cinque (o più) dei seguenti elementi:

  1. ha un senso grandioso di importanza (per esempio: esagera risultati e talenti, si aspetta di essere notato come superiore senza un'adeguata motivazione);
  2. è assorbito da fantasie di illimitati successo, potere, fascino, bellezza, e di amore ideale;
  3. crede di essere “speciale” e unico, e di dover frequentare e poter essere capito solo da altre persone (o istituzioni)speciali o di classe elevata;
  4. richiede eccessiva ammirazione;
  5. ha la sensazione che tutto gli sia dovuto, cioè, la irragionevole aspettativa di trattamenti di favore o di soddisfazione immediata delle proprie aspettative;
  6. sfruttamento interpersonale, cioè usa gli altri per raggiungere i propri scopi;
  7. manca di empatia: è incapace di riconoscere o identificarsi con i sentimenti e le necessità degli altri;
  8. è spesso invidioso degli altri, o crede che gli altri lo invidino;
  9. mostra comportamenti o atteggiamenti arroganti e presuntuosi.

 

Cenni storici

La classificazione offerta dal DSM, per quanto chiara ed interessante a livello clinico, ha però il limite di mostrare la realtà del narcisismo come monodimensionale, cosa che non ha riscontro nella realtà. Fin dagli studi di Kohut e Kernberg si è potuto notare come i due autori descrivessero persone che in apparenza avevano disturbi diversi tra loro; mentre in realtà si tratta di un continuum che va da un estremo, definito “narcisista ipervigile” (presente nelle descrizioni di Kohut), ad un altro, definito “narcisista inconsapevole” (molto vicino alle descrizioni offerte da Kernberg). (Gabbard, 1989).

Nella disamina teorica che segue sono elencate e spiegate le teorie più significative rispetto al narcisismo, a partire dai due autori suddetti.

Kohut : il disturbo narcisistico parte da un arresto dello sviluppo causato dalla mancanza di risposte empatiche da parte dei genitori. In considerazione di ciò, il Sé del narcisista non è propriamente disturbato, ma solo bloccato. Il narcisista di questo tipo, definito sopra come ipervigile, mostra caratteristiche fondamentalmente diverse da quelle che ci si aspetterebbe secondo il sentire comune. Il narcisista ipervigile è infatti schivo, estremamente sensibile all'altrui giudizio, ha la tendenza ad allontanare quanto più possibile l'attenzione da sé, viene ferito con molta facilità.

Per chiarire la posizione di Kohut bisogna dire che egli lavorava con pazienti ambulatoriali, quindi con persone relativamente adattate, con un funzionamento piuttosto buono. Risulta quindi ovvio che le sue osservazioni fossero influenzate dal tipo di campione che si trovava a trattare.

Kernberg : egli considerò il narcisismo come qualcosa di molto vicino al disturbo borderline di personalità, e nei suoi pazienti notava che in genere avevano un funzionamento discreto in determinati ambiti, in altri presentavano caratteristiche apertamente borderline. Kernberg riteneva che i pazienti narcisisti avessero un Sé integrato (e differenza del Sé dei pazienti borderline), ancorchè patologico, che a prima vista li faceva apparire meno frammentati. In contrasto con Kohut, Kernberg non riteneva che il Sé del narcisista fosse una struttura in un certo senso normale, seppur bloccata, ma ipotizzava che si trattasse di una struttura altamente patologica e molto diversa dal normale Sé grandioso presente nei bambini. Inoltre, mentre Kohut riteneva che in queste persone l'aggressività fosse un fenomeno secondario, indotto dalle mancanze genitoriali, secondo Kernberg si trattava di un elemento primario, costituzionale od ambientale, che induceva il narcisista ad essere potentemente distruttivo nei confronti delle persone con cui avesse a che fare. Anche nel caso di Kernberg, le sue considerazioni risentono molto del tipo di pazienti che aveva a disposizione, essendo per la maggio parte persone ricoverate in istituzioni di tipo psichiatrico, gravemente disturbate, e con livelli di funzionamento notevolmente bassi.

Fairbairn : egli partiva dal presupposto che l'anelito fondamentale per l'essere umano fosse la ricerca del contatto emotivo con un altro individuo; quando l'oggetto non è disponibile, il bambino rivolge verso il proprio interno l'energia libidica. Il ritiro dell'energia libidica dall'esterno e il suo investimento sul Sé sono caratteristiche principali di quello che Fairbairn definì “stato schizoide”, e ciò si verifica inizialmente quando la madre non si rende emotivamente disponibile per il figlio. Nel momento in cui il bambino rivolge verso sé stesso la propria energia libidica, egli compie anche un'operazione mediante la quale introietta l'oggetto cattivo (la madre non disponibile) che entra a far parte dell'Io. Quindi, secondo Fairbairn, sia l'angoscia che il rifiuto dell'oggetto (tratti tipici dello “stato schizoide”) sono secondari ad una frustrazione dei bisogni del bambino. È piuttosto evidente che quello che Fairbairn chiama “stato schizoide” è qualcosa di molto vicino ad un disturbo narcisistico di personalità.

Klein : Melanie Klein postulò l'esistenza di una pulsione di morte connaturata al bambino, la quale gli provocherebbe una profonda angoscia di disintegrazione. Quest'autrice postulava che lo stato in cui il bambino fosse talmente invaso dall'angoscia da non avere più capacità di relazionarsi al mondo, si potesse definire stato narcisistico. Anche secondo la Klein alla base di un disturbo narcisistico ci doveva essere un rifiuto degli oggetti, ma questo rifiuto ha un percorso diverso da quello ipotizzato da Fairbairn. Ovvero: il bambino proietta sulla madre i propri contenuti interni distruttivi per liberarsi dall'angoscia della pulsione di morte; attraverso questa proiezione rende cattivo l'oggetto-madre, e solo successivamente lo rifiuta.

Winnicott : l'ipotesi di Winnicott è che il primo movimento verso il narcisismo si verificasse quando, di fronte ad una madre incapace di rispondere ai suoi bisogni, il bambino ritirasse il proprio vero Sé dalla relazione e nascondendolo dietro una facciata, quella che è stata definita falso Sé.

Tra i teorici che si sono occupati in tempi relativamente recenti di narcisismo meritano un posto di tutto rispetto Alexander Lowen e Neville Symington , in quanto sono stati in grado di offrire una visione multisfaccettata di questo disturbo, quindi molto più vicina alla realtà.

Alexander Lowen è autore di un libro in cui affronta la natura del narcisismo sotto punti di vista nuovi e pluridimensionali. La sua classificazione delle varie turbe narcisistiche (riportata di seguito) amplia e chiarisce in modo molto efficace la classificazione, forse troppo monodimensionale, offerta dal DSM IV.

* Carattere fallico-narcisistico: si tratta del livello più lieve all'interno delle varie turbe narcisistiche. Lowen descrive i fallico-narcisisti come persone che tendono ad ostentare eccessiva sicurezza nei propri confronti, con troppo marcate preoccupazioni nei confronti della propria immagine. Che siano uomini o donne, sono molto preoccupati della propria immagine sessuale, anche se esprimono questa preoccupazione in modi diversi; in particolare gli uomini sono quasi ossessionati dalla propria potenza sessuale, mentre le donne (che Lowen definisce “caratteri isterici”) sono apertamente seduttive, e tendono a misurare il proprio valore proporzionalmente alla propria attrattiva sessuale. Nel carattere fallico-narcisistico si trovano, seppure in grado minimo, tutti gli elementi distintivi del narcisismo, e cioè: la grandiosità, l'apparente mancanza di sentimenti, la mancanza del senso di Sé e la mancanza del senso di realtà.

* Carattere narcisistico: ciò che salta all'occhio osservando queste persone è la grandiosità, elemento molto più accentuato di quanto non avvenga per il carattere fallico-narcisistico; vale a dire che è evidente in loro la necessità di essere sempre considerati i migliori in ogni cosa, hanno l'esigenza di essere perfetti. In effetti spesso si tratta di persone in grado di conseguire notevoli successi in vari ambiti, soprattutto in quello lavorativo, poiché hanno molta facilità di movimento in tutto ciò in cui siano coinvolti potere e denaro. Di conseguenza può succedere che l'immagine grandiosa che hanno di sé sia in un certo qual modo confermata dal modo in cui li vedono gli altri; resta il fatto che questa è un'immagine falsata, piuttosto lontana dalla realtà. Mentre riescono ad ottenere spesso grandi successi nell'ambito lavorativo, le persone con carattere narcisistico si trovano spiazzate nell'ambito dei sentimenti. Avendo poco o nessun contatto con i propri sentimenti, non riescono a gestirli, e di conseguenza non sono in grado di rapportarsi ad altre persone in maniera reale, umana.

* La personalità borderline: Lowen individua due tipi di personalità borderline. Il primo tipo proietta un'immagine di sé di estremo successo, con marcate caratteristiche di grandiosità. Il secondo è invece molto schivo, vulnerabile, con una forte tendenza ad appoggiarsi agli altri. È evidente come questa suddivisione rispecchi quella fatta sopra, tra narcisisti ipervigili ed inconsapevoli. Quest'apparente contraddizione è facilmente spiegabile tenendo conto che nelle personalità borderline coesistono potenti complessi di superiorità con altrettanto potenti complessi d'inferiorità. Nel primo tipo descritto il senso di superiorità è palese, mentre quello di inferiorità è nascosto; nel secondo tipo invece accade l'opposto, ovvero è il senso d'inferiorità ad essere palese mentre è quello di superiorità ad essere nascosto. Questi individui si trovano in un eterno, fortissimo dilemma tra l'essere i migliori del mondo o l'essere niente. La differenza tra il carattere narcisistico e la personalità borderline di tipo grandioso sta nel fatto che in questo secondo caso la facciata di successo ed ineluttabilità è estremamente fragile e può crollare al primo segno di stress, rivelando il bambino insicuro e terrorizzato che tale facciata doveva celare.

* La personalità psicopatica: in comune con le altre varianti di narcisisti, coloro che presentano una personalità psicopatica, dimostrano arroganza, disprezzo per l'umanità, e tendono a sentirsi superiori a chiunque altro. Diversamente dalle altre varianti, le cosiddette personalità psicopatiche hanno una tendenza molto forte ad agire i propri istinti antisociali rubando, imbrogliando, sfruttando le persone senza presentare alcuna traccia di senso di colpa. Il carattere psicopatico mostra in modo evidente ciò che in altre forme di narcisismo è generalmente celato, ovvero la tendenza ad agire e l'impossibilità di procrastinare la soddisfazione dei propri impulsi. Diversamente da come si potrebbe immaginare, le personalità psicopatiche possono conseguire un alto grado di successo in ambito lavorativo, diventando politici, avvocati, manager, e veicolando in queste attività i propri impulsi omicidi, quindi portandole avanti senza alcun rispetto per gli altri esseri umani; e non è un caso che nella società occidentale si affermino professionalmente persone con questo tipo di caratteristiche. Tanto è vero che per conseguire questo tipo di successo sembra sia fondamentale non avere alcun tipo di sentimento, e la mancanza di sentimenti è uno dei principali indici diagnostici per determinare la gravità di un disturbo narcisistico.

* La personalità paranoide: caratteristica tipica delle persone con personalità paranoide è il sentirsi sempre al centro dell'attenzione, immaginare che tutti i discorsi, tutti gli sguardi siano rivolti a loro, con intenzioni malevole. Poiché hanno una percezione di sé come superiori a chiunque altro, ritengono che le persone non facciano altro che tramare alle loro spalle, mosse dall'invidia. In questo tipo di personalità troviamo espresse al massimo grado tutte le caratteristiche tipiche dei disturbi narcisistici: divario tra l'Io e il Sé, mancanza di contatto con la realtà, arroganza, insensibilità verso i sentimenti altrui. Questo tipo di personalità, diversamente da quelle precedentemente elencate, riesce a raggiungere livelli molto bassi di adattamento, e spesso vi si possono trovare dei tratti che sono tipici della psicosi.

 

Da questa classificazione possiamo notare come Lowen abbia considerato il narcisismo in tutta la sua complessità, come un disturbo che può comparire in forme molto diverse. È della stessa idea Neville Symington, che si spinge fino ad affermare che il narcisismo possa trovarsi alla base di tutti i disturbi mentali.

Ma come si “diventa” narcisisti? Per capirlo, dobbiamo anzitutto considerare i concetti di Sè e Io.

Dal punto di vista di Lowen, il Sé è innato, si forma insieme al bambino, è biologico, e si può definire come la capacità di sentire del corpo. L'Io invece si forma con la crescita, ed è ciò che ci da la consapevolezza del Sé.

Si possono trovare analogie interessanti mettendo a confronto le teorie di Lowen e Symington sull'origine dei disturbi di tipo narcisistico. Symington parte da una classica teoria psicanalitica, secondo la quale il narcisismo è un rivolgimento della libido verso l'interno, ma la amplia e la sviluppa.

Per esaminare questa teoria si può partire dal concetto di Sé coesivo (simile al concetto di Sé espresso da Lowen), che può essere definito come l'unione tra mente e corpo. La presenza di un Sé coesivo (che avviene molto presto nella vita del bambino)genera il narcisismo di base. Ed è proprio a questo punto che può verificarsi una scissione. Se le risposte della madre nei suoi confronti sono positive, il bambino svilupperà una “pelle psichica”, ossia un'interiorizzazione del vissuto di stimolazione tattile, che serve a contenere ed unificare le sue esperienze. Quindi egli potrà interiorizzare una serie di oggetti buoni, e sarà capace di sviluppare un Sé relazionale ed un sano amore di sé. D'altro canto, se la madre non risponde correttamente alle richieste del bambino, egli si ritirerà da lei, sviluppando ciò che viene definito “pelle muscolare”, ossia un surrogato della pelle psichica, che però funziona come un'armatura, e non consente scambi con l'esterno. In questo caso, il bambino riuscirà ad interiorizzare solo oggetti cattivi, sviluppando un Sé non relazionale e quindi una prima forma di narcisismo.

Il concetto di pelle muscolare è affine a ciò che Lowen descrive come le contratture muscolari tipiche dei pazienti con problemi narcisistici. Tali contratture, secondo Lowen sono dovute al fatto che i narcisisti devono evitare a tutti i costi di provare emozioni; poiché le emozioni si esplicano come sensazioni provenienti dal corpo, essi si difendono bloccando le percezioni.

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Symington, dal canto suo, inserisce nella propria teorizzazione un concetto completamente nuovo, centrale per comprendere come si sviluppino i disturbi narcisistici. Si tratta del concetto di vivificatore. Lo si può definire nel modo seguente: un oggetto associato al seno, alla madre, all'altro. Non è nessuno di questi, ma non può esistere separato da questi oggetti. Si può dire che il vivificatore sia l'alternativa a sé stessi per quanto riguarda l'amore. È inoltre un concetto paradossale poichè, da un lato, esiste solo nel momento in cui viene scelto, dall'altro ha una sua propria vita.

Symington ha ipotizzato che il rifiuto del vivificatore conduca in maniera diretta ad una scelta di tipo narcisistico. Tale rifiuto avviene molto probabilmente nell'infanzia, nel caso in cui la madre si dimostri non disponibile per il bambino; ma il rifiuto non può essere totale, perchè sarebbe messa in pericolo la sopravvivenza del bambino. Così il bambino scinde il proprio Sé, ed una delle sue parti rifiuta il vivificatore. Questa struttura si definisce nucleo narcisista. Ciò che è forse più innovativo nella concettualizzazione di Symingotn è che, secondo questo autore, la scelta che il bambino fa è volontaria.

Dal canto suo, Lowen traccia un quadro abbastanza simile rispetto alla formazione di un nucleo narcisista. Egli parte dalla constatazione che in presenza di una madre rifiutante, il bambino nega i propri bisogni e sentimenti di affetto, poiché non ritiene di poter avere una risposta adeguata. Lowen traccia il seguente percorso:

  1. Vissuto di umiliazione, che rappresenta la ferita narcisistica, situazione nella quale ci si sente impotenti mentre qualcuno esercita su di noi il proprio potere; tale ferita si verifica in età molto precoce.
  2. Atteggiamenti di seduzione da parte del genitore di sesso opposto; ciò genera nel bambino un sentimento distorto rispetto all' “essere speciale”.
  3. Rifiuto; ossia, il genitore che ha precedentemente sedotto il bambino lo rifiuta, facendolo per di più sentire in colpa per i desideri che egli stesso ha suscitato.

Per spiegare la formazione di un nucleo narcisistico, Lowen sottolinea un concetto in particolare, ed è l'esperienza dell'orrore. Egli sostiene che molti dei suoi pazienti sofferenti di un disturbo di tipo narcisistico narravano in terapia degli episodi della loro infanzia che facevano rabbrividire, ma loro non provavano alcuna emozione nel raccontarli. Lowen ipotizzò che, poiché esperienze terribili nella prima infanzia in genere fanno dubitare il bambino dei propri sensi (in quanto queste esperienze contrastano in modo assoluto con l'idea di come dovrebbero andare le cose), tali esperienze vengano sottoposte ad una potente negazione. Se le esperienze di orrore sono reiterate, è facile immaginare cosa può succedere: il bambino comincerà a dubitare sempre di più di sé e delle proprie sensazioni, e a negarle volontariamente. Una volta stabilizzatasi, tale negazione diverrà totalmente automatica ed inconsapevole.

Il concetto di trauma di cui si avvale Symington è simile a quello appena esposto. Egli sostiene che la spinta verso una scelta narcisistica è proporzionale all'entità del trauma e all'età; ovvero sarà tanto più forte quanto maggiore è il trauma, e quanto minore è il livello evolutivo raggiunto a quel momento. Ma, sempre secondo Symington, il trauma non causa direttamente i disturbi narcisistici, bensì il modo di gestire tale trauma. Infatti, l'opzione narcisistica è uno dei vari modi che si possono scegliere per gestire un trauma, questo attraverso quella che Symington chiama “acquisizione del modello dell'agente del trauma” e che, in termini psicanalitici si può definire come identificazione con l'aggressore. La scelta è tra l'aderire al modello persecutorio e lo sfidarlo. Come vediamo, Symington continua a sottolineare la volontarietà dell'opzione narcisistica.

Fenomenologia

Secondo Symington uno degli elementi portanti del narcisismo è che rende ciechi rispetto a sé stessi; la maggior parte delle energie psichiche sono usate per tenere nascosta agli altri la loro vera natura. Il ritratto che Symington traccia del narcisista tipo è il seguente: essenzialmente invidiosi, proiettano all'esterno questo sentimento per loro intollerabile, risultando generalmente persone molto invidiate. Sono incapaci di relazionarsi in modo vero con altre persone, vi si rapportano soprattutto attraverso la seduzione e la manipolazione; manipolazione che spesso causa in loro sentimenti di colpa, che vengono soppressi in modo potente; ciò nonostante, i sentimenti di colpa causano un continuo bisogno di conferme. Il narcisismo è un tratto che non viene mai ostentato, anzi quando comincia ad emergere inizia anche a cambiare. Ancora, l'autoconsapevolezza viene evitata a tutti i costi, c'è un'impossibilità quasi totale(questo a seconda della gravità del disturbo narcisistico)di procrastinare il soddisfacimento dei propri bisogni. Infine, il bambino interiore è un'istanza totalmente rimossa.

Il ritratto che fa Lowen è invece il seguente: i sentimenti vengono continuamente negati dal narcisista, tutto ciò che fa è volto a rafforzare la propria immagine; la negazione dei sentimenti causa un comportamento indifferente o addirittura spietato nei confronti di altre persone. Il narcisista fa una vera e propria scissione della realtà in quanto accetta alcuni aspetti e li fa diventare parte della propria immagine, mentre rifiuta gli aspetti che non gli piacciono, e li proietta sugli altri; questo causa anche un'incapacità di distinguere tra verità e menzogna ed una tendenza a mentire senza problemi. Altro elemento costante è la rigidità corporea; quando cominciano a manifestarsi i primi problemi, il narcisista diventa rigido perché nega i sentimenti; in seguito, invece è proprio tale rigidità che fa sì che i sentimenti non arrivino a livello di coscienza. I sentimenti che esprime il narcisista sono solo due: rabbia e sentimentalismo(anche questi, però, si rivelano falsi), mentre quelli che vengono rimossi con più forza sono la tristezza e la paura perché evocano vulnerabilità(un narcisista non può assolutamente permettersi di essere vulnerabile). Danno un'importanza enorme al potere (sugli altri)e al controllo (su sé stessi), poiché ritengono che così si possano proteggere dalle umiliazioni; ma il potere non basta mai perché nutre l'immagina,ma non l'emotività; così i narcisisti ne cercano sempre di più.

Infine c'è il bisogno di sentirsi speciale che si esplicita con:onnipotenza, onnipresenza, onniscienza, credere di aver diritto all'adorazione altrui.

il narcisismo come problema sociale

Lowen ha considerato il narcisismo anche da un punto di vista sociale, arrivando quasi fino a fare una sorta di “diagnosi di narcisismo” alla società moderna.

Secondo lui, i problemi principali della nostra società sono i seguenti: eccesso di stimolazioni, mancanza di tempo, assenza di limiti, cambiamento dei valori.

La tesi portata avanti da Lowen è che il narcisista nella società moderna sia in genere non solo una persona perfettamente adattata, ma più spesso una persona con molto successo. E questo dovrebbe probabilmente far riflettere che attualmente il problema non sia più soltanto individuale, ma anche sociale.

Secondo Lowen, il narcisismo culturale identifica erroneamente l'appagamento con il successo; il successo però, nutre solo l'Io, e lascia il Sé insoddisfatto e vuoto.

Nel suo libro, Lowen fa molti esempi di questo stato di cose. Il successo delle modelle, che lui definisce come dei manichini, indica una predilezione per immagini statiche, che non hanno nulla di vitale. Altro esempio è la ricerca del potere che, a suo giudizio,è tipicamente narcisista, ed opposta alla dignità, elemento importantissimo per l'essere umano, ma attualmente molto raro.

“Vendere il regno dei cieli per il potere è un patto con il Diavolo. Il narcisista lo accetta” Alexander Lowen

 

Dott.ssa Serena Leone - Psicologa - Francavilla al Mare (CH)

 


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Tags: narcisismo narcisismo patologico

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