Antidepressivi, gravidanza e sviluppo neurologico del bambino
L’assunzione di SSRI in gravidanza può aumentare il rischio di depressione infantile, una minore comunicazione emisferica e una debole sincronizzazione tra i ritmi corticali
Secondo un nuovo studio condotto presso la Helsinki University, l’esposizione fetale a farmaci antidepressivi quali SSRI (Inibitori selettivi del Re-uptake della serotonina) può influenzare l’attività cerebrale nei neonati.
La depressione e l’ansia sono comunemente trattati con farmaci SSRI in quanto sono ben tollerati e considerati sicuri durante il periodo della gravidanza e perchè non causano particolari malformazioni fetali.
Tuttavia, diversi studi su animali hanno dimostrato che l’esposizione precoce a tali farmaci può determinare cambiamenti microscopici nella struttura del cervello del feto, così come modificare la trasmissione neuronale.
L’effetto collaterale già noto di questi farmaci sui neonati è la “sindrome da SSRI”, ossia problemi respiratori durante i primi giorni di vita; in aggiunta, un recente studio Finlandese ha sottolineato come l’esposizione del feto a questi farmaci aumenti il rischio di depressione infantile.
Lo studio ha coinvolto 22 madri in trattamento farmacologico, e 62 che non assumevano farmaci, al fine di valutare se, a incidere sullo sviluppo neurologico e l’attività elettrica del cervello di questi neonati, fosse l’assunzione del farmaco o i sintomi psichiatrici della madre.
Dai risultati è emerso che nei neonati le cui madri utilizzano farmaci antidepressivi (SSRI) vi è una comunicazione neuronale meno organizzata tra gli emisferi cerebrali, nonché una debole sincronizzazione tra i ritmi corticali e questi risultati non sono correlati con i punteggi di depressione o ansia materna.
I ricercatori suggeriscono quindi un’accurata valutazione prima della prescrizione di tali farmaci, sottolineando che gli interventi non farmacologici dovrebbero essere il trattamento d’elezione per la depressione e l’ansia durante la gravidanza.
La recente esperienza con la terapia di gruppo ha infatti mostrato risultati promettenti nel trattamento della depressione o ansia durante la gravidanza, con effetti positivi che si estendono al benessere della madre e del bambino.
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