Cambiare abitudini agendo sulle nostre emozioni
Cambiare abitudini non è semplice, soprattutto se non siamo stati noi in prima persona a sceglierne la motivazione. Tuttavia alcune abitudini possono essere per noi dannose e contrarie al nostro benessere fisico e psichico. Per tali motivi spesso a farci notare che dobbiamo cambiare strada, sono gli altri.
Le abitudini sono spesso legate a pensieri radicati, talmente forti da essere spesso inconsapevoli e di difficile comprensione per noi, se non c’è qualcuno esterno a farci comprendere i pro e i contro di ciò che stiamo facendo.
Le abitudini ci creano conforto ed è più scomodo cambiarle, perché ci costa impegno e fatica, per cui se non ne comprendiamo i motivi difficilmente ci poniamo obiettivi di cambiamento e ci alimentiamo degli stessi vantaggi, che con il tempo non hanno più significato e diventano essi stessi il vero svantaggio.
Per intervenire sulle abitudini occorre cambiare. Per farlo ci vuole volontà, flessibilità, apertura, esercizio e costanza. Aprirsi a nuovi apprendimenti significa offrire a sé stessi del tempo a disposizione per capire le motivazioni più profonde e verificarne i progressi.
L’attuale situazione sanitaria ci impone di cambiare le nostre abitudini relazionali e prossemiche: più distanziati l’un con l’altro, evitare contatti tra le persone, evitare abbracci e strette di mano. Un cambiamento epocale per la quale vale la pena di comprenderne profondamente i significati.
La malattia alla quale tutti stiamo sfuggendo (CORONAVIRUS) è qualcosa di inatteso e i cui meccanismi di funzionamento non sono ancora compresi totalmente dalla scienza. Una malattia virale e molto contagiosa e mortale.
E’ stato necessario l’intervento dell’autorità più alta in una cultura organizzativa: LO STATO con le sue normative e direttive per far capire come cambiare le nostre abitudini relazionali quotidiane.
L’apprendimento forzato a cui tutti i cittadini del mondo sono chiamati a intraprendere è stato percepito come veloce e per alcuni traumatico. Ha impostato nuove regole sociali, cambiando in poco tempo, regole e principi che si erano diffusi in un tempo molto più ampio.
Questo fenomeno avviene, fortunatamente, solo nelle situazioni di emergenza, in cui non è concesso più tempo per provare ed errare ma occorre solo seguire un'unica indicazione, perché altre non sono più possibili.
Questa situazione avviene in casi come le dipendenze estreme e nocive, o i casi di eccesso e per tutto ciò che ci crea un danno.
Per cambiare abitudini, solitamente, serve un'attenta riflessione per capire quali sono le motivazioni personali che ci spingono in quella direzione. Le possibilità di successo sono in genere direttamente proporzionali alla soddisfazione dei nostri bisogni. Nel caso attuale il cambiamento imposto non ci ha permesso di prendere questo tempo e soprattutto di poter scegliere.
In questa situazione è necessario mantenersi aperti e capire che siamo in situazioni di eccezionalità ed emergenza, per cui il valore salute, diventa primario su tutti gli altri, relazioni sociali, amore, libertà. Solo mantenendo alto questo scopo primario possiamo realizzare tutti gli altri.
I messaggi rafforzativi dei media di stare a casa ed evitare contatti ravvicinati, servono ad impostare più velocemente un messaggio che dall’esterno si interiorizza e diventa importante per tutti.
Cambiare le abitudini di relazionarci non è semplice e non è preventivato, ma in questo momento necessario.
Per mantenere la motivazione alta però occorre intervenire anche sui nostri pensieri e mantenerci fiduciosi che l’impegno richiesto da ognuno di noi sia per lo sviluppo e la realizzazione di un obiettivo più ampio e nobile che ci porterà più velocemente alla risoluzione del problema. Occorre pensare giorno dopo giorno, senza fare proiezioni futuro, mantenersi forti e risolutivi.
L’apprendimento di nuove abitudini ha però necessità di continui rinforzi per velocizzare la gradualità del processo di apprendimento e aumentare la motivazione intrinseca che è un’altra competenza emotiva. Occorre comprendere in quale fase del processo ci troviamo:
- Abbiamo superato velocemente la fase di Incompetenza inconsapevole: per la quale non ci ponevamo il problema della comunicazione e di come relazionarci con l’altro.
- Risolto anche la seconda fase di Incompetenza consapevole: per la quale non avevamo strumenti e indicazioni su distanza prossemica ed altro; lo sappiamo, ne riconosciamo la necessità, e l’utilità, abbiamo strumenti per proteggerci, ci esercitiamo a rispettare le regole.
L’esempio classico è imparare a guidare: non si è in grado di guidare, ma si sa che l’automobile esiste e si ritiene utile o necessario imparare. - Attualmente siamo nella fase di Competenza consapevole: abbiamo capito l’importanza di distanziarci l’un con l’altro, di evitare abbracci e contatti, ma il processo richiede di essere affrontato in maniera consapevole, pensando ai passaggi che il processo stesso richiede.
È la condizione del principiante, che deve “pensare” a ciò che sta facendo per riuscire a guidare un’automobile, ed è completamente assorbito dalla guida, tanto che difficilmente riesce a svolgere altre attività contemporaneamente.
Io personalmente auspico che la scienza trovi una soluzione per la quale non sia necessario adottare l’ultima fase di apprendimento che porterebbe davvero un cambiamento ancora più profondo nelle nostre abitudini relazionali la fase di Competenza inconsapevole:
Ossia la malattia ci costringerà a mantenerci distanti l’un dall’altro, e questo diverrà un automatismo che non richiederà particolare attenzione.
Il guidatore provetto riesce a guidare e contemporaneamente è in grado di fare altre cose, perché la sua attenzione non è completamente concentrata sul processo di guida.
Provare a cambiare troppe abitudini contemporaneamente è il miglior modo per non cambiare nulla. Disponiamo di una capacità di concentrazione limitata: la nostra mente non è una fan sfegatata dei cambiamenti ed ogni volta che cerchiamo di instaurare una nuova abitudine, di fatto le stiamo richiedendo un extra-lavoro.
Ecco perché quando proviamo a “dare una svolta” alla nostra vita, cambiando troppe abitudini dalla sera alla mattina, ci ritroviamo inevitabilmente al punto di partenza dopo appena 2 o 3 settimane.
Cosa fare allora?
Se sei determinato a cambiare i tuoi stili di vita, la migliore strategia da seguire è quella di fare una cosa alla volta:
- scegli una ed una sola abitudine da cambiare o instaurare;
- concentrati sulla nuova abitudine per non meno di 21 giorni;
- se e solo se sarai riuscito a rendere la nuova abitudine parte integrante della tua vita, passa alla successiva.
(Articolo a cura del Dottor Massimo Perciavalle, Psicologo e Career ed Executive Coaching)
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