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Gruppi self-help

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Strutture di piccolo gruppo, a base volontaria, finalizzate all’aiuto reciproco e al raggiungimento di scopi particolari

Gruppi self helpI gruppi di self-help (definiti anche “auto aiuto” oppure “auto-mutuo-aiuto”) ci aiutano a comprendere che la malattia e il disagio non sono solo un limite, ma possono diventare risorsa per sé e per gli altri.

La cura, l'auto-cura, la narrazione della propria biografia, il racconto di eventi critici del nostro percorso di vita, sono aspetti dell'essere individuo sociale racchiusi nel termine self help. Tali gruppi rappresentano - oltre ad essere una metodologia professionale utile per il sistema dei servizi strutturati -  un nuovo modo di stare assieme, di confrontarsi e di trovare la soluzione ai propri problemi.

L'elemento di modernità dei gruppi di self help è dato da una finalità che non è solo legata al convivere e al riconoscere la positività esperienziale di una situazione di malattia, ma anche all'essere individui che continuamente apprendono e allo stesso tempo insegnano a rivestire nuovi ruoli in condizioni di malattia conclamata o cronicizzata: un modo per riflettere su di sé e con altri, intorno a particolari momenti del proprio essere soggetti sociali.

I gruppi di auto e mutuo-aiuto costituiscono uno dei fenomeni più interessanti e significativi dell'evoluzione dei sistemi di cura e, ancora prima, del concetto stesso di cura, diventando ed affermandosi come una valida alternativa ai tradizionali servizi sociosanitari.
Sebbene il fenomeno sia molto diffuso e molto esteso, non esistono tipologie di organizzazione di tali gruppi sempre uguali; al contrario si possono distinguere diverse tipologie di gruppi piuttosto eterogenei, organizzati in base a diversi fattori e caratteristiche peculiari del gruppo stesso.
Negli Stati Uniti tali gruppi sono molto diffusi, mentre in Italia non abbiamo ad oggi dati certi, ma solo una stima del fatto che il fenomeno sia in crescita.

I gruppi self-help sono, di solito, formati da pari che si uniscono per assicurarsi reciproca assistenza nel soddisfare bisogni comuni, per superare un handicap comune o un problema di vita, oppure per impegnarsi a produrre cambiamenti personali o sociali desiderati.

I promotori e i membri di questi gruppi hanno la convinzione che i loro bisogni non possono essere soddisfatti dalle normali istituzioni sociali. Pertanto essi stessi assicurano assistenza materiale e sostegno emotivo, e sono orientati verso il potenziamento dell'identità personale.

Le caratteristiche peculiari

Come si evince dalla stessa definizione, le caratteristiche rappresentative di tali gruppi sono:

1) La finalità
Il mutuo aiuto, cioè l’assicurarsi reciproca assistenza nel soddisfare bisogni comuni per superare un handicap comune o un problema di vita oppure per impegnarsi a produrre cambiamenti personali o sociali desiderati.
Questo può avvenire attraverso il sostegno emotivo, l'aiuto materiale e soprattutto la condivisione del disagio e l'utilità della propria presenza per sostenere l'altro ed il gruppo.

E' importantissimo sia spezzare l'isolamento individuale e sociale in cui si trova il soggetto causa delle proprie problematiche, sia coinvolgerlo nelle attività di gruppo permettendogli l’“empowerment” (cioè l’acquisizione del potere e l'incremento delle capacità di controllo in uno stato in cui il soggetto è “powerless”, appunto privo di potere).

2) La composizione
Prendono parte a questi gruppi persone che condividono ideali, piuttosto che problemi o interessi. Non vi è dunque una struttura gerarchica verticale, sono di solito tra loro pari.

3) Le attività
Sono autofinanziate e autogestite, condotte con informalità e spontaneità, controllate dai membri stessi; occasionalmente, però, può essere richiesta la presenza di esperti esterni come consulenti o supervisori.

Il coinvolgimento e la partecipazione personale nelle attività è un requisito fondamentale, in quanto la filosofia ispiratrice è quella del "learning by doing" e del "changing by doing", cioè imparare e cambiare sono possibili solo attraverso l'azione. L'esperienza diventa forma di conoscenza, strumento ed elaborazione cognitiva e affettiva.

4) L’origine
I gruppi di auto e mutuo-aiuto sono strutture di piccolo gruppo, a base volontaria; i promotori e i membri di questi gruppi hanno la convinzione che i loro bisogni non possono essere soddisfatti dalle normali istituzioni sociali.
Quindi si accede spontaneamente a tali gruppi con l'idea di avere una problematica o una condizione che è possibile condividere.

Le dinamiche del self-help:come e perchè funzionano questi gruppi?

La peculiarità di questa forma di sostegno sta principalmente nel fatto che ognuno è chiamato ad essere responsabile per sé e per il gruppo, per quanto riguarda l'offerta di aiuto ma anche il ricevere aiuto.
Tutto questo ha una ricaduta notevole sulla percezione del singolo in termini di padronanza: il soggetto non si percepisce più inattivo, né lo è nei fatti, in quanto tutto ciò gli permette di uscire dalla passività in cui si trovava, dall'isolamento a causa dei problemi da affrontare, dalla sensazione di non essere in grado e di sentirsi solo.

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La realizzazione pratica del principio dell’ "helper therapy", esposto da Riessman (1965), secondo cui chi aiuta riceve egli stesso aiuto, aumenta l'autostima e l'autocontrollo, innalzando la considerazione positiva nelle proprie capacità. Coloro che offrono aiuto in questi gruppi, durante il processo di risoluzione del problema, sono più avanti nell'elaborazione del proprio dolore oppure hanno già superato il problema e quindi aiutano i nuovi arrivati.

Che cosa accade quando una persona condivide con altre persone la propria condizione?

Poiché chi aiuta è qualcuno che ha già incontrato la problematica del nuovo arrivato, acquisisce un senso di adeguatezza e di rinforzo dei propri comportamenti e delle aspettative connesse con il suo nuovo ruolo di aiutante; invece colui che riceve aiuto ha un modello in chi fornisce aiuto che rappresenta anche la speranza di un futuro in cui potrà cambiare.

E' sensato pensare che la propria sofferenza non sarà permanente, ma può essere superata attraverso lo stesso processo e gli stessi strumenti utilizzati da questo modello che il gruppo self-help può fornire.
La condivisione dell'esperienza è dunque un aspetto fondamentale.

 

Per Approfondimenti:

  • www.medicitalia.it
  • “Promuovere i gruppi di self-help”, Ed. Franco Angeli

 

(a cura della Dottoressa Benedetta Marrone)

 


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Tags: learning autostima autocontrollo positività cura gruppi self-help auto aiuto individuo sociale finalità empowerment powerless gerarchia verticale doing changing helper therapy Riessman adeguatezza rinforzo

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