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Il potere delle immagini nelle pratiche di autolesionismo

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Il presente studio ha cercato di esplorare l'influenza di Internet sui comportamenti autolesionisti tra i giovani, soffermandosi maggiormente su quelle piattaforme che prediligono l'uso di immagini.

Il potere delle immagini nelle pratiche di autolesionismoL'autolesionismo è una delle principali preoccupazioni per la salute pubblica in relazione ai giovani.

Può essere definito come un atto non fatale in cui un individuo si impegna in un comportamento o ingerisce una sostanza con l'inteenzione di causare danni a sé stesso.

La letteratura ha identificato numerosi fattori di rischio associati all'autolesionismo nei giovani, con una ricerca sempre più attenta al ruolo svolto dagli spazi online.

Le prove indicano che il 51,3% dei giovani che riportano eventi di autolesionismo si sono precedentemente impegnati in ricerche specifiche su Internet come foto ritraenti momenti di automutilazione o materiale relativo al suicidio.

L'uso di Internet può arrecare danni di questo tipo a causa della normalizzazione dei comportamenti autolesionisti, della condivisione di pratiche e tecniche, nonché dell'incoraggiamento all'occultamento.

Secondo un recente studio pubblicato da O'Connor, Rasmussen e Hawton, il 18% degli studenti di scuola secondaria è stata influenzato a praticare autolesionismo dopo aver navigato su specifiche pagine internet.

Tuttavia, nonostante le emergenti evidenze scientifiche sull'influenza della gamma di contenuti ospitata da varie piattaforme di social media, manca una ricerca che affronti il modo in cui i giovani rispondono ai diversi mezzi di comunicazione all'interno di queste piattaforme.

In particolare, la ricerca si è concentrata sull'interazione testuale degli individui, prestando poca attenzione alle immagini. Nel piccolo numeri di studi che hanno esplorato le immagini generate dagli utenti, questi sono stati descritti come inneggianti la solitudine, mitiganti comportamenti autolesionisti e offrenti un mezzo per sostenere gli altri.

Il presente studio ha cercato di esplorare ulteriormente l'influenza di Internet sui comportamenti autolesionisti tra i giovani, soffermandosi maggiormente su quelle piattaforme che prediligono l'uso di immagini.

Metodo

I criteri di inclusione per lo studio sono stati: giovani con età compresa tra i 16 ed i 25 anni, e precedente esperienza di autolesionismo. Il reclutamento è stato condotto attraverso Facebook.

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Sono stati invitati a partecipare allo studio soggetti che avevano espresso un “like” a pagine inerenti il suicidio e l'autolesionismo, ma anche soggetti che avevano “gradito” pagine relative al miglioramento del benessere e della salute mentale.

I gruppi che presentavano particolari interessi come “Goth” ed “Emo” sono stati anche presi di mira in virtù delle associazioni consolidate con l'autolesionismo.

Un totale di 41.988 utenti hanno visualizzato l'annuncio, con 744 persone (1,8%) che hanno cliccato sul sito principale dello studio. Di questi soggetti, solo 49 (6,6%) hanno manifestato interesse per la partecipazione allo studio lasciando i propri recapiti.

Sono state somministrate interviste semi-strutturate; la guida tematica dell'intervista ha esplorato le esperienze di autolesionismo vissute dai giovani, in particolare: motivazioni sottostanti il comportamento; ricezione di supporto formale e informale; uso di Internet; navigazione online prima, durante e dopo il comportamento autolesionista; percezioni ed esperienze di diversi contenuti online e mezzi di comunicazione; e interazione del comportamento online con il comportamento del mondo reale.

L'approvazione etica per questo studio è stata fornita dal Comitato di Etica della ricerca della School of Social Science dell'Università di Cardiff.

Risultati

I risultati verranno presentati in tre sezioni. Innanzitutto, si affronteranno le motivazioni per l'uso di internet come parte delle pratiche di autolesionismo.

Secondariamente, si esplorerà l'influenza delle immagini online, incluso l'impatto dell'esposizione a queste immagini.

Infine, verrà considerata l'attrattiva distintiva delle diverse piattaforme di social media per i giovani coinvolti in comportamenti autolesionisti.

Il ruolo di internet nell'autolesionismo adolescenziale

I partecipanti hanno riconosciuto il ruolo di Internet come un catalizzatore dell'insorgenza di questi comportamenti; i ragazzi avevano ricercato un consiglio o un supporto per il disagio emotivo, e l'autolesionismo compariva tra i primi risultati fornendo suggerimenti e immagini.

Tuttavia, per la maggior parte di essi, l'autolesionismo non era un atto sconosciuto e scoperto inavvertitamente; era già una caratteristica della loro vita. Molti, inizialmente, si sono impegnati a fare ricerche generiche sull'autolesionismo nel tentativo di dare un senso ai propri comportamenti, prima di scoprire ed essere coinvolti nelle comunità online.

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Si è ritenuto che l'uso di internet avesse un impatto visibile sull'autolesionismo dei partecipanti, principalmente attraverso il rafforzamento o l'incoraggiamento dell'enactment comportamentale.

Per alcuni ragazzi, gli scambi di informazione all'interno delle comunità online avevano supportato la normalizzazione del danno, portando alla costruzione di un'attività quotidiana di routine:

Praticavo l'autolesionismo in totale segretezza, ma poi andavo a casa e avevo tutte queste persone sul computer con cui potevo parlare; loro mi sostenevano, non vedevano l'autolesionismo come una cosa strana o un problema. Era come preparare una tazza di tè al mattino quando ti svegli, una cosa normale insomma. Ma il problema è che i miei graffi sono diventati tagli sempre più profondi.” (I20, donna, 19 anni).

Anche gli argomenti relativi agli acquisti online era una caratteristica predominante delle interazioni online, suggerendo Internet come canale di acquisto per eludere le restrizioni del “mondo reale”.

Ero solita comprare le lamette su eBay perchè, sai, nessuno avrebbe saputo cosa fossero. Pensavo, ho solo 15-16 anni, non possono entrare in un negozio e comprare tutte queste lamette, così ho usato eBay”. (I6, donna, 24 anni).

Attraverso l'aumento della conoscenza delle tecniche di autolesionismo, alcuni partecipanti hanno discusso l'amplificazione della gravità del loro comportamento. Sono stati motivati a impegnarsi in atti più severi attraverso l'investimento nella nozione “non è abbastanza”, in cui l'esposizione ad atti più gravi di altri individui innescava un desiderio di diventare meglio di loro:

Ho cercato diversi metodi di autolesionismo, bruciature col sale o il ghiaccio, rottura di ossa e cose del genere, per poi condividerlo... una volta che ho intensificato le mie pratiche, sono continuate a restare intense, perchè un piccolo taglio non bastava più.” (I20, donna, 19 anni).

L'influenza delle immagini online sull'autolesionismo dei giovani

Mentre i partecipanti hanno citato l'importanza dell'interazione testuale all'interno delle comunità online, hanno anche considerato l'importanza della produzione e visione delle immagini.

Infatti, quasi i tre quarti dei partecipanti hanno indicato che le immagini (in particolare le fotografie) erano la ragione principale del loro utilizzo di Internet, a causa di una reazione fisica e potente che innescava il desiderio di nuocersi:

Andavo su Google a guardare le immagini; perchè, come ho detto, il cuore iniziava a battere più veloce e il suo innesco era come una scarica, e diventava così avvincente che ogni immagine doveva essere peggiore di quella precedente”, (I1, donna, 22 anni).

Il potere dell'immagine era principalmente incentrato sulla loro capacità di “riportare alla memoria” precedenti episodi autolesionisti o sulla facilità con cui consentivano all'individuo di immaginare come gli altri sperimentano l'atto.

Vi era anche qualche indicazione sul fatto che le persone che condividevano le loro immagini di ferite si impegnavano in comportamenti autolesionisti più estremi.

La piccola minoranza che ha caricato le proprie foto non solo ha descritto gravi lesioni, ma ha anche avuto la sensazione di essere incoraggiata dai gruppi online, a compiere atti ancora più gravi.

L'uso di piattaforme online per la visualizzazione di immagini autolesioniste

Il mondo virtuale si trova in un costante stato di flusso con siti web che vengono regolarmente creati e cancellati.

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E' stato notato che i forum sull'autolesionismo, una volta prevalenti, popolari tra utenti e ricercatori, non sono più utilizzati fino a questo punto. I partecipanti hanno parlato delle difficoltà di trovare queste comunità online a causa dell'invisibilità e dell'inattività, con alcuni ricordi circa alcuni forum online inattivi.

I partecipanti hanno inoltre delineato le differenti sfumature tra piattaforme diverse e hanno discusso l'attrattiva di determinati siti che avevano sostituito i vecchi forum.

Conclusioni

Internet svolge un ruolo fondamentale nelle pratiche di autolesionismo dei giovani, ed il presente studio supporta gli aspetti negativi di questo impatto, in particolare attraverso la normalizzazione dell'enactment comportamentale e la condivisione delle tecniche.

Lo studio ha evidenziato come i giovani prediligano piattaforme in cui le protagoniste sono le immagini, e che per scopi di prevenzione non verranno menzionate.

In particolare, le immagini vengono ricercato grazie alla loro capacità di invocare una reazione fisica che ispira il desiderio di nuocere.

Ulteriori ricerche dovranno quindi interessarsi e districarsi tra le varie piattaforme online per comprendere come i giovani vi interagiscono.

Approcci online di prevenzione e intervento per l'autolesionismo rimangono limitati e lo sviluppo futuro dovrebbe prestare maggiore attenzione all'interazione complessa e in continua evoluzione tra gli individui e gli spazi online.

 

Tratto dalla rivista “ Journal of Adolescence”
A cura della Dottoressa Giorgia Lauro

 

 

 

 


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Tags: internet autolesionismo piattaforme online

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