Aumentata attività cerebrale per i volti di etnie differenti
Un recente studio di neuroimaging ha riscontrato che vi è una aumentata attività di risposta cerebrale quando le persone osservano delle immagini rappresentanti individui di etnia diversa dalla propria.
Alcuni scienziati del Regno Unito, nello svolgimento di uno studio di neuroimaging, hanno potuto osservare aumentate risposte cerebrali, rispetto alla presa visione di alcuni partecipanti allo studio, di volti di persone appartenenti a differenti etnie.
Il nuovo studio, pubblicato sulla rivista Psychological Medicine, ha dimostrato per la prima volta che vi era una aumentata reattività dell'amigdala ai volti occidentali (‘bianchi’) nelle minoranze etniche di colore.
"Ricerche da tutto il mondo hanno dimostrato che l'appartenenza ad un gruppo minoritario è spesso associata ad un aumentato rischio rispetto ad alcune malattie mentali; anche se il motivo di questo rischio non è ancora ben chiaro. Si è dunque voluto indagare su come ciò potrebbe comportare delle differenze nel modo in cui il cervello tende rispondere dall’osservazione di alcune immagini rappresentanti delle persone appartenenti a gruppi di minoranza o di maggioranza ", ha spiegato l'autore dello studio Oliver Howes, Professore di Psichiatria Molecolare presso l'Imperial College di Londra.
Nello studio, 20 individui di colore e 20 individui ‘bianchi’ dovevano osservare delle foto rappresentanti dei volti maschili occidentali e di uomini di colore, mentre, contemporaneamente, veniva registrata la loro attività cerebrale per mezzo di una risonanza magnetica (MRI).
Howes e i suoi colleghi erano particolarmente interessati all'attività dell’amigdala, una struttura cerebrale importante per la regolazione della paura e dello stress.
I ricercatori scoprirono, dunque, una maggiore attivazione dell'amigdala in risposta alla visualizzazione di ‘facce bianche’ tra i partecipanti di colore ed una maggiore attivazione ai volti di colore tra i partecipanti ‘bianchi’.
"Grazie al nostro studio, abbiamo scoperto che la risposta del cervello nel vedere persone appartenenti ad un gruppo etnico diverso era particolarmente aumentata in una specifica area coinvolta nell'elaborazione emotiva (l’amigdala), ma ciò, tuttavia, era meno evidente nelle persone che vivevano in aree in cui le popolazioni erano più integrate", ha spiegato Howes.
Non è ancora chiaro, però, se il fatto di vivere in un ambiente etnicamente diverso e quindi, maggiormente integrato, sia l’effettiva ed unica causa della riduzione delle risposte neurali rispetto ai volti di etnia diversa.
"Nelle future ricerche, bisognerebbe, dunque, verificare se sia davvero il passaggio ad un'area più integrata a portare ad una riduzione delle risposte del cervello quando si osservano persone appartenenti a gruppi etnici differenti o se vi siano altre cause ed implicazioni".
"Questo studio suggerisce che i nostri ambienti sociali e le relative risposte psicologiche, sono legati a come il cervello elabora le informazioni."
Co-autori dello studio, “Amygdala reactivity in ethnic minorities and its relationship to the social environment: an fMRI study", sono stati: Robert McCutcheon, Michael A.P. Bloomfield, Tarik Dahoun, Marina Quinlan, Sylvia Terbeck e Mitul Mehta.
Tratto da Psy Post
(Traduzione e adattamento a cura della Dottoressa Emanuela Torrente)
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