Le fake news lette da lui e da lei
Quando parliamo di fake news o false notizie siamo di fronte ad un fenomeno in costante cambiamento, così come si modifica costantemente il punto di vista di chi legge.
Nel mondo dell'informazione i sistemi di diffusione stanno cambiando canale, l'accesso alle forme di comunicazione avviene sempre più attraverso le piattaforme di Social Network (SN).
Navigare nel web per cercare informazioni su uno specifico argomento, aprire siti di divulgazione per essere aggiornati sulle novità del giorno o ricevere sul nostro smartphone il link di un particolare argomento significa, a volte, incappare involontariamente in una fake-news.
Nonostante siano molteplici le modalità di accesso alla veridicità delle info, ad esempio controllare la fonte, non sempre ciò che cerchiamo basta per fugare qualsiasi dubbio sulla vera natura di ciò che leggiamo.
A molti utenti basta sapere se la testata giornalistica che ha diffuso la notizia sia molto conosciuta, per altri l'affidabilità è basata su quanto l'informazione è condivisa sul web oppure per altri lettori basta che all'interno del testo sia presente un capoverso virgolettato per attribuirne la validità.
Le notizie false, nella maggior parte dei casi, non nascono fake ma fanno parte di quella vasta gamma di elaborati che 'mancano' della verità. Sono quindi scritti che a volte non hanno una fonte accertata, altre volte il testo è scritto in modo poco chiaro oppure la notizia viene 'accompagnata' da contenuti emozionali con l'obiettivo di suscitare maggiore interesse per l'argomento da parte dei lettori.
Nel dettaglio le cause delle fake-news possono essere attribuite a:
- dis-informazione: la diffusione volontaria di false notizie;
- mis-informazione: l’involontaria divulgazione di dati non accurati;
- mal-informatione: informazioni corrette od opinioni condivise per produrre un danno.
Un punto fondamentale è che non sempre mettiamo in discussione ciò che ascoltiamo o leggiamo e quando ciò viene fatto, sia gli adulti che i ragazzi, possono trovare difficoltà a saper distinguere una vera notizia da una fake news anche se esisterebbe una differenza di genere nell'atteggiamento che si sviluppa di fronte ad una falsa informazione.
Secondo lo studio, condotto con la partecipazione di 185 studenti del terzo e quarto anno di scuole secondarie di secondo grado italiane, nel quale vengono confrontate le impressioni sul fenomeno delle fake-news osservandone la differenza di genere, afferma che esiste una importante differenza tra come percepisce una falsa notizia un maschio e come la percepisce una femmina.
La ricerca ha scoperto che l'idea sulle proprie competenze tecnologiche e l’attribuzione della fonte sono differenti a seconda del genere, i maschi dello studio hanno affermato che la responsabilità della veridicità/falsità dell'informazione è da attribuire esclusivamente alla fonte. Le femmine hanno riferito che sarebbe più opportuno non dare piena fiducia alla fonte o alla testata giornalistica ma avere un senso critico per ogni fonte di diffusione di dati.
L'utilizzo dei mezzi di diffusione informatica come la TV è più utilizzata dalle ragazze mentre i siti internet o App di news sono più utilizzate dai ragazzi.
Mentre le femmine dello studio sono più oculate nel valutare le proprie competenze di utilizzo degli strumenti di ricerca e di valutazione dei contenuti, i maschi si reputano più competenti nella ricerca di notizie vere online.
All'interno dello studio il campione sostiene che la Scuola e l'Università dovrebbero rendersi protagoniste di un'adeguata preparazione che offra le competenze necessarie per affrontare il mondo del Web e i sistemi Social e che permetta una corretta conoscenza dei mezzi di informazione al fine di rendere le future generazioni sempre più consapevoli delle loro scelte Online.
Riferimento:
Daniele Agostini e Corrado Petrucco, Gender differences in fake news perception and evaluation: A case study with second grade secondary school students, Excellence and Innovation in Learning and Teaching (ISSNe 2499-507X), 2020, 2, Doi:10.3280/exioa2-2020oa10811.
(articolo a cura della dott.ssa Assunta Giuliano)
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