Francesca, 30 anni
Io vivo da due mesi con il mio compagno, sono ingegnere informatico e lavoro come consulente per una ditta di telecomunicazioni. Da quando convivo con il mio compagno, lui ha manifestato una grande gelosia e possessività sfociata in una grande ossessione per il mio lavoro. Io lavoro su un progetto al quale partecipano altre 3 persone di sesso maschile. Questo ha scatenato in lui un odio verso queste persone, che lui tra l'altro non conosce e si rifiuta di conoscere.
Il problema principale è che lui mi sta obbligando a impormi in modo da farmi cambiare progetto e persone con cui lavorare, ma questo è per me impossibile, in quanto se mi hanno presa per quel lavoro, è proprio per il progetto su cui sto lavorando.
Se non faccio quello che lui mi ha chiesto, ha detto che cercherà di resistere finchè può poi quando non ce la farà più mi lascerà perchè lui sta male e non vuole vivere con il dolore dentro. Io gli ho detto che lascerò questo lavoro, ma lui non vuole assolutamente, e continua a dire che è orgoglioso di quello che faccio, ma che devo essere più indipendente e scegliere io con chi lavorare. Questo è assolutamente giusto, ma non è fattibile da parte mia poichè ho dei responsabili a cui faccio capo, che mi hanno scelta proprio per lavorare con loro. Io sono disperata, non so più che cosa fare, sto soffrendo tantissimo, soprattutto perchè non riesco a fargli capire che io svolgo solo il mio lavoro, con la massima serietà, e non si deve preoccupare di niente perchè le persone con cui lavoro, uomini o donne che siano, non possono influenzare ne rovinare il nostro legame. Sto soffrendo anche fisicamente, con dolori forti allo stomaco e all'inguine, lui lo sa, ma continua a mantenere la sua posizione.
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Cara Francesca,
Il titolo del messaggio sintetizza anche troppo la situazione che stai vivendo, tuttavia credo che la situazione non sia così semplice come sembra. Alla base c'è un intreccio di bisogni e passioni molto intricato, come se diversi programmi andassero in conflitto tra di loro, se mi è lecito il paragone. Sarebbe opportuno, in questo caso, "DECIDERE" di disinstallarne alcuni se non hanno futuro. Se posso darti un consiglio, alla lunga è il bisogno di riconoscimento (che in te è fortissimo) che fa più male, e che in questo momento si esprime attraverso il tuo corpo. Quando è la rabbia che dovrebbe emergere allo stato puro.
Forza Francesca, un abbraccio e tanti auguri.
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